Distribuzione carburanti, riforma verso Cdm. I commenti degli operatori

E' prossimo all'arrivo in Consiglio dei Ministri il Disegno di Legge di riforma del settore della distribuzione di carburanti e ristrutturazione della rete, con l’intento di giungere all’approvazione entro fine anno.

Le linee guida del Ddl erano state illustrate il 15 maggio al Mimit nell’ambito del tavolo di confronto sulla filiera di distribuzione carburanti, avviato nel febbraio 2023 al fine di realizzare il riordino del settore.

Presenti, oltre al ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso e alle associazioni di settore, il sottosegretario al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Claudio Barbaro e il sottosegretario al Mimit Massimo Bitonci.

Il provvedimento, spiega una nota del ministero, “si pone l'obiettivo di intervenire su un sistema frammentato, razionalizzando la rete e accompagnandola - in coerenza con l’evoluzione della nuova mobilità - verso modelli di sostenibilità e transizione green”.

Le linee guida

L’intervento normativo – che dovrebbe portare, tra l’altro, alla chiusura del 20% circa degli impianti attuali -si basa su quattro linee guida. La regolamentazione del regime delle autorizzazioni per l’attività di distribuzione dei carburanti; la disciplina dei rapporti contrattuali in tema di gestione degli impianti di distribuzione; la modifica delle disposizioni in materia di indicazione dei prezzi dei carburanti e la razionalizzazione e riconversione della rete distributiva urbana ed extraurbana.

Per il Ministro Urso “un provvedimento lungamente atteso dalle categorie produttive e su cui avevamo preso impegno proprio quando, all’inizio dello scorso anno, iniziammo un confronto significativo con i rappresentanti del settore per l’applicazione del Decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti.”

“Finalmente – ha aggiunto - una legge organica che consentirà di qualificare i punti vendita, di regolare la loro contrattazione con le aziende petrolifere e di accompagnare la riconversione verso l’elettrico, rendendo più sostenibile il settore".

Claudio Barbaro in un post Facebook riferito al tavolo: “Riconvertire e modernizzare circa 8000 punti vendita di carburante, i più datati e meno redditizi sugli oltre ventimila esistenti sul territorio nazionale. Ampliando le infrastrutture di erogazione con vettori energetici alternativi alle fonti fossili, le colonnine per la ricarica veloce di veicoli elettrici. Presso il MASE sarà istituito un ‘Fondo per la trasformazione della rete carburanti verso la mobilità elettrica’ con una dotazione annua pari a 40 milioni per il triennio 2025-2027: di questo esprimiamo viva soddisfazione.”

Alcune misure allo studio

Tra le misure, finanziamento del 50% delle spese sostenute fino ad un massimo di 60 mila euro per la trasformazione in direzione green degli impianti, in particolare per la ricarica elettrica, vantaggi amministrativi e premialità in caso di costruzione o ristrutturazione di un edificio in un’area dove è presente un impianto dismesso, con un bonus volumetrico di un ulteriore 10% rispetto a quanto normalmente previsto, sostituzione del prezzo medio con un Qr code ed eliminazione dell’indicazione del differenziale tra servito e self service.

E ancora, il Ddl propone la regolamentazione degli accordi economici di secondo livello, nonché la tipizzazione del contratto di appalto per i gestori, con l’introduzione di prescrizioni minime. Fino alla fine del 2026, sarà possibile accedere alle procedure semplificate per la dismissione degli impianti incompatibili. Prevista poi una stretta sul regime delle autorizzazioni di nuovi impianti, come ha spiegato Massimo Bitonci: le nuove autorizzazioni arriveranno entro 90 giorni in forma espressa, scompare il silenzio assenso e dal 2025 saranno subordinate alla distribuzione di almeno un prodotto diverso dai combustibili fossili.

L’impianto normativo non si limiterebbe a considerare il vettore elettrico, ma contemplerebbe anche idrogeno, carburanti sintetici e biocarburanti. In un quadro nel quale la stazione di servizio diventa un hub di servizi.

Ma cosa ne pensano gli operatori? In vista del prossimo sbarco del provvedimento in Cdm, abbiamo raccolto un commento delle associazioni che partecipano al tavolo di confronto sulla filiera di distribuzione carburanti. 

Assocostieri, incentivi non solo per l'elettrico

“Il confronto con le associazioni – ha dichiarato il direttore generale Assocostieri Dario Soria – ci ha visti coinvolti nell’elaborare proposte tese a migliorare l’efficienza della rete in linea con l’esigenza di assicurare una mobilità sostenibile. Abbiamo accolto con piacere le scelte di Mimit e Mase che hanno portato all’accettazione delle richieste da noi formulate per realizzare una banca dati unificata nello spirito del once only e aver superato l'inciampo del cartellone prezzi con introduzione del QR code.

Assocostieri ha comunque posto come warning la necessità di decarbonizzare la rete con incentivi non solo per l'elettrico ma anche verso altre forme di alimentazione green come GNL, bio-GNL, GPL, bio-GPL e biocarburanti attraverso la riconversione dei punti vendita da attuare con un approccio tecnologicamente neutrale. Nell’ottica della decarbonizzazione i biocarburanti in purezza rappresentano una opportunità per valorizzare la maturità della filiera dei biocarburanti e ridurre la dipendenza energetica incrementando le energie rinnovabili. È impossibile una rapida decarbonizzazione del settore trasporti prescindendo da biocarburanti. La mobilità sostenibile e l’utilizzo sempre maggiore dei combustibili rinnovabili e alternativi implicano un nuovo assetto della rete. La transizione verso un'economia a basse emissioni di carbonio richiede, infatti, trasformazioni fondamentali alla distribuzione primaria e secondaria, chiamando gli operatori a un forte sforzo di adattamento.


In tale contesto sarà importante continuare lo sviluppo dell’uso del GNL in ambito stradale e seguitare a valorizzare l’uso del GPL, che vanta indubbi pregi ambientali e una logistica consolidata e capillare. In futuro, poi, il ruolo di BIO-GPL e Syn-LNG diventerà di importanza crescente e nel trasporto stradale, oltre al crescente ruolo dell'elettrico, dovrà essere sviluppato un percorso verso l'uso di biocarburanti in purezza. Riteniamo, pertanto, che per una progressiva decarbonizzazione dei prodotti energetici per autotrazione occorra intervenire sull’attuale rete distributiva attraverso un piano di incentivi non solo per le colonnine elettriche ma anche, e soprattutto, per i combustibili alternativi che permettano al settore di esprimere il proprio potenziale.”

Assogasliquidi-Federchimica, molto positivo l’approccio utilizzato dal Governo per affrontare un tema fondamentale anche nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione della mobilità

“Le linee guida presentate dal Governo per una nuova riforma del settore della distribuzione dei carburanti e ristrutturazione della rete rappresentano un tassello fondamentale – ha dichiarato Matteo Cimenti, Presidente di Assogasliquidi-Federchimica - anche nell’ottica del raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione del settore della mobilità.
Molto positivo, inoltre, l’approccio pragmatico utilizzato dal Governo che – con un confronto aperto e proficuo – è giunto ad elaborare un percorso di riforma che coniuga la necessità di valorizzazione degli investimenti sviluppati per una rete di distribuzione moderna e qualificata “ambientalmente”, tramite la presenza dei carburanti alternativi, con l’ormai non più procrastinabile esigenza di chiudere le realtà non più efficienti.

Sicuramente positivo il metodo volto a raggiungere in modo volontario il suddetto obiettivo tramite misure di incentivo e di semplificazione normativa, nonché tramite la fissazione di requisiti soggettivi ed oggettivi per gli operatori, nell’ottica della tutela della legalità e del perseguimento dei più elevati livelli di servizio all’utenza finale.


In questo quadro, i prodotti gassosi GPL, gas naturale e GNL - sia nelle loro formulazioni tradizionali che sempre più nei loro sviluppi bio e rinnovabili – pensiamo debbano essere correttamente valorizzati quali carburanti alternativi riconosciuti tali anche dal recente Regolamento comunitario AFIR. In tal senso, il nostro auspicio è che nella definizione compiuta del provvedimento normativo il Governo garantisca la possibilità di continuare a sviluppare la rete dei punti vendita dei prodotti gassosi in quanto carburanti alternativi a supporto della transizione."

Assogasmetano: rete gas asset strategico

In occasione del tavolo Assogasmetano, Associazione Nazionale Imprese Distributrici Metano Autotrazione, recentemente intervistata da Watergas, ha rimarcato che la rete distributiva del metano (e del biometano!), che conta oggi più di 1.600 punti vendita capillarmente diffusi sul territorio nazionale, costituisce un asset strategico fondamentale per il progressivo azzeramento delle emissioni di CO2 equivalente imputabili al settore dei trasporti.

Realizzata nel corso di decenni grazie a investimenti a capitale soprattutto privato, vede un continuo incremento delle quantità di biometano distribuito e in futuro di idrogeno.

“La nostra Associazione continuerà ad impegnarsi per fornire un contributo al fine di indirizzare e sostenere il processo di transizione energetica, che a nostro avviso non può prescindere dai low carbon fuels.”

Assopetroli Assoenergia, riconoscimento strategico dell'asset distributivo

“Abbiamo accolto con favore la volontà del Governo di strutturare un dialogo con gli operatori– spiega Sebastiano Gallitelli, segretario generale Assopetroli Assoenergia - perchè non era scontato. Per anni si è preferito non parlare dei problemi del settore e delle sue prospettive future nel pieno della transizione energetica. Nel metodo quindi non possiamo che plaudire a questa impostazione, perché crediamo sia l’unica strada per realizzare il cambiamento. Venendo al merito, con tutti i limiti derivanti dalla non conoscenza dell'articolato, alcune considerazioni preliminari siamo in grado di farle in base alle linee guida. Il Ddl dedica giusta attenzione al contrasto all’illegalità, tema caro alla nostra Associazione. Dall'integrazione delle Banche dati, alla definizione di nuovi e rafforzati criteri di accesso, sono alcuni dei punti della riforma che rappresentano una soluzione auspicabile.

Un secondo importante aspetto che condividiamo è il riconoscimento strategico dell'asset distributivo, ampiamente rappresentato dalle nostre aziende. Per anni la rete è stata trattata come uno stranded asset, ora si intravede la sua potenzialità e essenzialità per la tenuta di molti comparti produttivi e assetti economici nazionali. Per questo le norme che regolamentano il settore devono seguire il principio della razionalità, senza approcci ideologici ma con una visione olistica. Penso ad esempio al contributo che possono offrire e-fuels e bio-fuels per la tutela dell’infrastruttura di distribuzione e il perseguimento degli obiettivi di decarbonizzazione. Riteniamo quindi che le risorse annunciate su riconversione e razionalizzazione siano da considerarsi significative e sottendono la volontà del Governo di fare del settore un traino per la conversione della mobilità.

Se nell'articolato tutto questo sarà confermato, magari assieme alla possibilità di gestire in modo flessibile e cumulabile gli incentivi, riteniamo che si possano creare le giuste opportunità di investimento per le aziende verso una rete più snella, moderna, efficiente e qualificata. Per concludere, anche il tema della regolamentazione del settore (contrattazione e contrattualistica) deve trovare il giusto compimento, al fine di affrontare questa fase di riconversione e riorganizzazione con regole moderne, certe e cogenti.”

Federmetano: propulsioni alternative, serve più coraggio

“Federmetano – spiega il presidente Dante Natali - condivide la necessità di una razionalizzazione, ma ritiene necessaria anche una particolare attenzione da parte del Ministero a non compromettere le reti numericamente meno numerose, ma strategiche per la decarbonizzazione dei trasporti come quella del (bio)metano autotrazione. Una rete che è raddoppiata negli ultimi 10 anni e che, dal 2018, eroga una percentuale crescente di biometano, con – nel 2023 – una sostituzione di oltre il 50% di gas naturale fossile con metano di origine biologica. È in virtù di questo contributo concreto all’abbattimento delle emissioni climalteranti (l’abbattimento degli inquinanti atmosferici è ormai noto) che chiediamo che il (bio)metano per autotrazione sia considerato dal pubblico decisore, da quello Comunale fino a quello Europeo, una alternativa di pari dignità alla trazione elettrica, con il riconoscimento di eguali vantaggi.

Il compito del MIMIT non è facile e riteniamo che si sia trovata una buona sintesi tra le diverse posizioni, retisti, gestori, compagnie petrolifere. Per le propulsioni alternative, però, serve più coraggio nel tradurre in pratica la posizione di “neutralità tecnologica” più volte espressa dal Governo, posizione che fatica a emergere nel testo illustrato. Serve più coraggio nel sostegno ai biocarburanti, che devono essere affiancati all’elettrico come soluzione incentivata per la riconversione delle stazioni di rifornimento.

Abbiamo chiesto al Ministero anche un allargamento delle opzioni di greening dei nuovi impianti autorizzati dal 1° gennaio 2025, in linea con la definizione di “combustibili alternativi” del nuovo Regolamento Europeo AFIR, in modo da includere così anche GNC, GNL e biocarburanti. Serve una presa d'atto dell'impossibilità pratica di raggiungere gli obiettivi comunitari con le sole tecnologie dell'elettrico e dell'idrogeno. Irrinunciabile per il nostro paese il supporto del biometano e il vantaggio di avere una rete distributiva già pronta a costo zero."

Unem, riforma necessaria per affrontare le sfide del futuro

“Abbiamo apprezzato l'approccio del Governo e dei Ministri interessati – ha dichiarato Gianni Murano, presidente Unem, Unione energie per la mobilità -, per cominciare ad avviare un processo di razionalizzazione e modernizzazione della rete carburanti anche in ottica decarbonizzazione. Con una duplice esigenza: da un lato, consentire gli investimenti necessari a rendere disponibili i nuovi carburanti decarbonizzati, dall'altro, fronteggiare una domanda di carburanti che negli anni diminuirà, sia perché i veicoli sono e saranno più efficienti, sia perché ci si attende una maggiore penetrazione dei veicoli elettrici.


Anche il metodo ci è parso positivo, perché è stato il metodo dell'ascolto. Tra l’altro è stato apprezzato anche, questo il sottosegretario Bitonci lo ha ribadito più volte, il tavolo che proprio Unem aveva avviato insieme alle parti sociali per cercare un confronto con tutti al fine di portare una proposta condivisa al Governo. In questo ambito sono tre i punti chiave che credo il Ddl vada a centrare. Il primo, è quello che stimola e supporta la razionalizzazione per chiudere i punti vendita inefficienti. Il secondo, è quello di un regime autorizzativo qualificato che sarà utile per avere un quadro regolatorio chiaro e proseguire con ancora più forza il contrasto ai comportamenti illegali. Sottolineo che per noi è un valore assoluto battere l’illegalità sulle stazioni di servizio e nella distribuzione. E infine l’ultimo, non meno importante, è che sarà data la giusta attenzione anche alla disciplina dei rapporti contrattuali, lì dove è necessario favorire la competitività e l'efficienza per sostenere gli investimenti per la transizione.


Rimane un'unica area che purtroppo non viene affrontata, quella dell'intervento sulla rete autostradale, settore che versa in profonda crisi da anni e che attende misure per la razionalizzazione e il rilancio. Vorrei aggiungere che lo strumento del Tavolo è straordinario e non va abbandonato. Al momento è in una sorta di standby, in attesa del testo, ma credo che dovrebbe essere riattivato per sviluppare quelle proposte che eventualmente possono migliorare il testo del Ddl.”

I gestori: Faib Confesercenti, Fegica e Figisc Confcommercio

Una prima reazione tutto sommato positiva era arrivata anche dalle associazioni di rappresentanza dei gestori. “Il progetto è in parte condivisibile – recita una nota congiunta - e raccoglie alcune importanti indicazioni arrivate dagli operatori. Certamente, però, non possiamo che attendere di leggere l’articolato.”
Ma nei giorni successivi il cambio di tono è risultato evidente: “bonifiche, prezzi e contratti di lavoro, con la riforma è liberi tutti”.
“Un anno e mezzo di annunci – sottolinea una nuova nota - che promettono di restituire regole ad un settore intriso di illegalità (tra i 13 e i 15 miliardi di euro sottratti allo Stato ogni anno) e inefficienza (migliaia di impianti fatiscenti, senza servizi e utili solo a riciclare il denaro della criminalità organizzata). E, al dunque, gli annunci rimangono annunci.”
“Niente per accompagnare la transizione energetica: i nuovi impianti dovranno avere un nuovo prodotto non fossile, ma quanti saranno gli impianti nuovi se la rete va ridotta e, comunque, i 15mila che rimangono che faranno?”

“Purtroppo – sottolinea Roberto Di Vincenzo, presidente Fegica, Federazione gestori impianti carburanti e affini - le slides che ci sono state presentate (il 15 maggio, ndr) hanno il limite di essere una mera ‘presentazione’ senza alcun respiro strategico che, per essere valutata, ha necessità di essere integrata con ‘l’articolato’ del Ddl che è stato ripetutamente annunciato e, a questo punto, temiamo che venga presentato in Parlamento senza un’ulteriore verifica.”

Bruno Bearzi, presidente Figisc (Federazione italiana gestori impianti stradali carburanti) Confcommercio Imprese per l'Italia: “Un punto sensibile è quello relativo alla deregolamentazione dei rapporti di lavoro nel settore con il via libera all’introduzione dei contratti di appalto, con gravi conseguenze sia a livello di precarizzazione sia in termini di autonomia organizzativa”. “Auspichiamo – prosegue – che vengano tenute nella giusta considerazione le risoluzioni parlamentari giunte da più parte politiche: Zucconi (FdI), Appendino (M5s) e Peluffo (PD).”

Un ambito delicato è quello della riconversione degli impianti con esiguo erogato. Giuseppe Sperduto, presidente Faib, Federazione gestori carburanti Confesercenti: “Il previsto riconoscimento di un indennizzo di circa 20.000 euro al gestore dell’impianto di distribuzione carburanti oggetto di conversione che dovesse perdere il lavoro è ben poca cosa. Detto questo, ci siamo arenati anche perché siamo giunti allo scoglio della contrattualistica.”

Slide esposte alla riunione.

Articolo di Monica Dall'Olio.